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Quattro condanne per la banda dei giovani torturatori del Quadraro: droga, gambizzazioni e un omicidio

Gambizzazioni per regolamenti di conti, sequestri e aggressioni sono alcune delle accuse a vario titolo per le quali sono stati condannati quattro imputati, giovanissimi membri di una banda criminale del Quadraro.
A cura di Alessia Rabbai
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Quattro membri di un gruppo criminale del Quadraro a Roma sono stati condannati a vario titolo per diverse accuse tra le quali gambizzazioni per regolamenti di conti, sequestri e aggressioni. Tra i capi d'imputazione c'è anche quella dell'omicidio di Andrea Fiore. Gli imputati, con legami famigliari che riconducono al clan Senese, forse gestivano anche gli affari della cocaina nella Curva Sud dello Stadio Olimpico. A ricostruire il quadro accusatorio riconosciuto dal giudice nel corso del processo è stata la Procura della Repubblica con i pubblici ministeri Mario Palazzi e Simona Marrazza, al termine delle indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

Quattro condanne

Tra gli imputati a processo, tutti giovanissimi, c'è il ventinovenne Giacomo Daranghi, a capo della banda del Quadraro. Come riporta La Repubblica ha ricevuto la condanna più alta a vent'anni di carcere. Nei suoi confronti i giudici hanno riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso. Sarebbe stato lui secondo i carabinieri a ordinare l’omicidio diAndrea Fiore, che si è consumato nel 2013 e la gambizzazione di altre due persone, tra le quali il fratello.

Gli altri imputati sono Fabrizio Finizio, diciottenne, condannato a tre anni di reclusione; Simone Di Salvio, ventitré anni, condannato a cinque anni, e Ilia Codrin Fratita, ventuno anni, condannata a due anni. Come ricostruito in sede d'indagine gli imputati controllavano il traffico di droga dal Tuscolano a Primavalle. In un bed&breakfast avevano allestito una "stanza delle torture", dentro gli investitigatori hanno trovato una mannaia insanguinata e una bustina di cellophane con un dito, un avvertimento rivolto a coloro che provavano a ribellarsi.

Un arsenale di armi e la droga

I poliziotti a marzo del 2024 hanno trovato della droga e un arsenale con armi da guerra e clandestine dentro un palazzo di Pietralata. In quel frangente sono state arrestate sette persone, per quattro è scattato il fermo di indiziato di delitto, ritenuti responsabili a vario titolo di omicidio, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, sequestro di persona, incendio, lesioni aggravate, violenza privata e detenzione illegale di arma da fuoco.

L'omicidio di Andrea Fiore

L'omicidio di Andrea Fiore si colloca in questo contesto criminale. I giudici ritengono che Giacomo Daranghi sia il mandante, per il delitto sono già state arrestate altre due persone, Danilo Rondoni e Daniele Viti. Il cinquantunenne è stato ucciso con un colpo di pistola al torace al Quadraro. Il suo ruolo era quello di rubare automobili e scooter che venivano usati per rapine e regolamenti di conti.

Era molto legato a Luigi Finizio, ucciso due settimane prima di lui a poca distanza dalla sua abitazione. Negli ultimi tempi sembra avesse deciso di voler cambiare vita. L'ipotesi del movente è che sia stato fatto fuori perché sapeva troppe cose degli ambienti criminali che frequentava e perché diventato potenzialmente pericoloso per i clan del Tuscolano.

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